Taglio dell'erba per gli animali del podere

Taglio dell'erba per gli animali del podere

sabato 23 dicembre 2017

Natale 2017

E' l'Antivigilia di Natale, un giorno così colmo di calore, aspettativa, irrequietudine e divertimento.
Il giorno in cui da bambino facevamo l'albero in casa con babbo e mamma.
Il giorno in cui, un pò come un venerdì sera, sapevo che mancava veramente poco a "quel momento" e già era aria di Festa, quella vera.
Il giorno in cui scrivevo la mia lettera a Babbo Natale, per poi affidarla (e dimenticarla) a quel cassetto della scrivania che tanto custodì dei miei sogni o pensieri più nascosti.
A trentotto anni suonati mi accingo a scriverla di nuovo, certo che questo accadrà ancora per molti anni (io spero).

Caro Babbo Natale,
trentotto ne son passati, e mentre il tempo pare disegnarsi sempre di più sulla mia faccia, io son ancora qui a scriverti parole di bimbo.
Il mio cuore è indubbiamente colmo della gioia più grande che potessi mai provare, ed è nel sorriso di mia figlia, ed in quello di sua madre, dei suoi nonni e dei suoi tanti zii, che io trovo alba e serenità.
Tutti i miei desideri sono per lei.

Tutto il mio tempo è per lei.
Tutta la mia forza è per lei.
Come potrei mai chiederti qualcosa per questo Natale?
Io ho ricevuto il Regalo più grande che la vita potesse darmi: l'ho aspettato tanto, è vero, ed anche per questo  ha il sapore più dolce ed i colori più caldi che mai.
Ricordo quando a sei anni, in quella mia prima letterina, ti chiesi un fratello: quel bisogno di Vita intorno a me era crescente, e negli anni ho rinnovato tale richiesta.

Un fratello non è mai arrivato, ma non mi è mancato niente dalla Vita: amore incondizionato, tempo, attenzioni, insegnamento, protezione, sprono, stimolo datomi da quella cerchia di affetti che tutt'intorno mi stavano facendo crescere.
A quindici anni quel "fratello" venuto dall'Est, e quella voglia di estate per poterci condividere almeno un mese della mia Vita.
La gioia di quel Natale assieme a lui fu uno dei regali più grandi che tu sapesti consegnarmi.
Qualche anno dopo la piccola T., e quel suo sorriso che tanto mi aprì il cuore, e tu sai quanti desideri ho avuto (e sempre avrò) per lei: ieri bimba sdentata che cantava le canzoni di Natale saltandomi sulle ginocchia; oggi giovane donna alle prese con le tribolazioni del cuore e la sua voglia di stare bene nel Mondo, e che anche dopodomani trascorrerà il Natale seduta di fronte a me tra sorrisi e pernacchie.
E qualche anno fa l'arrivo di quella Rospotta, sempre col broncio e mai in un gesto d'affetto, ed oggi esplosiva adolescente a cui so di mancare e con la quale trascorro i pochi momenti di stacco dal lavoro.
Affetti che in qualche modo anche tu hai contribuito a darmi, fondamentali per la mia vita, e così simili all'essermi fratelli, sorelle, o figlie.
Ma quest'anno tutto è cambiato, e quel senso di Crescita è stato definitivo.
Quest'anno ti scrivo come padre, desideroso di ogni bene per la propria figlia: oggi dorme nella sua culla, protetta e tranquilla, ma domani sarà ragazza pronta ad affrontare la Vita con le proprie passioni, le prime grandi delusioni e la determinazione che sò già che la contraddistingueranno.
Ogni mio pensiero, ogni mio desiderio è per lei, e son certo che anche questo Natale tu saprai ascoltarmi comprendendo quanto io desideri.
Che sia un Natale gioioso e sereno, per lei, e per tutti noi.
Che sia un Natale gioioso e sereno per te, che tanto avrai da fare.

Come sempre io ti aspetterò, nel silenzio della camera, con un orecchio rivolto a quella culla, ed uno a te che ti farai riconoscere quando sarai di fronte al camino.
Buon Natale,

tuo, nel tempo,
A.A.



Semmai vi prendesse voglia di leggere i miei desideri e pensieri per i Natali passati, qui troverete qualcosa che potrà farvi sorridere, riflettere, o magari anche solo annoiare.
Natale 2011
Natale 2012
Natale 2013
Natale 2014
Natale 2015
Natale 2016
Per questo Natale 2017 credo sia tutto: la giornata di festa trascorrerà, la cintola cederà un buco, la mia bimba sarà al centro di ogni attenzione, ed il calore sarà più alto e profondo che mai prima d'ora.
A tutti voi, che mi seguite fedeli da anni, a voi che mi seguite da poco, a quelli che lo fanno stando in silenzio, ed a quelli capitati qui per caso, ebbene a tutti voi faccio tre auguri: il primo, che possiate godere di tanti Natali durante l'arco di un singolo 'Anno; il secondo, che sappiate godere di ogni attimo con i vostri Cari; il terzo, che non perdiate mai la voglia di dare voce a quel bambino/a che sempre ha abitato e sempre abiterà dentro di voi, indipendentemente da quello che dichiarerà la vostra carta d'identità.
Che sia gioia e serenità.

BUON NATALE

sabato 16 dicembre 2017

Agrifoglio: albero protettore della vita per mia figlia

La Vita al Podere corre a più non posso.
E tra la stagione che è stata assai avversa, le complicazioni per raggiungere minime produzioni, la mancanza di manodopera per portare avanti i tanti lavori da fare, e l'impegno costante di mia moglie a fare la mamma di una splendida ed impegnativa lattante...tutto questo (e molto altro) mi hanno portato a rimanere indietro con molte cose.
Tra queste ce n'era una che mi pesava molto non aver fatto: scegliere una pianta per mia figlia.

E' tradizione per me dedicare una pianta a chi nasce e chi muore.
Tutto iniziò con ma morte di mio nonno paterno: lui è stato uno dei miei cari che mi ha sempre spinto verso la Natura, e spesso faceva dei gran discorsi sulla Vita, sulla morte, e sugli alberi custodi del ricordo o gli alberi protettori della vita.
"Quando muoio" mi diceva durante le nostre lunghe chiacchierate "vai alla macchia, in un posto dove siamo stati assieme, e prendi una piantina giovane, toglila dal terreno senza sciuparla, e rimettila in un posto che sappia ricordarti di me.  Ogni volta che avrai voglia di cercarmi, potrai trovarmi proprio lì."
Ero letteralmente innamorato di quelle parole, e fantasticavo sempre su quel momento tanto triste quanto solenne.
E come Natura insegna, quel momento arrivò, anni dopo, e proprio mentre avevo il desiderio di fermarmi per piangerlo, mi assentai dalla stanza mortuaria e mi diressi verso l'ultimo posto nella macchia dove l'anno precedente avevamo cercato funghi assieme.
Un piccolo leccio di circa mezza spanna, era proprio al centro di una piazzola che un tempo fu carbonaia.
Con zappino e mani tolsi la pianta dal terreno avendo cura di non sciuparne le radici, la riposi in un vecchio cappello di stoffa, e mi diressi in un luogo in cui so che l'avrei trovato spesso.
Mentre trapiantavo quella pianticella le parlavo, quasi come fosse un citofono con l'aldilà, e mi raccomandavo a mio nonno di non dimenticarsi di quella promessa.
Lui era ateo convinto, ma a suo malgrado era dotato di una spiritualità assai alta, e negli anni seppi ritrovarlo sempre sotto a quel leccio, oggi pianticella alta e fronduta.
Toccò poi a mio nonno materno, e l'iter fu il medesimo.
Poi mio suocero, e stesa cosa feci.
Tre alberi custodi del ricordo, messi in tre luoghi differenti, ai quali rivolgersi per lacrime e sorrisi, e nei quali ritrovare molto di coloro che furono (e rimarranno) indelebili nel cuore, ma talvolta rischiano di svanire nella mente.
Sempre senza spiegare niente a nessuno, sempre sapendo solo io dove poter trovare queste persone a me così care.
Sedersi di fronte a questi alberi riporta automaticamente alla mente quello che si pensava svanito, quasi come a rileggere poche righe di un vecchio libro, e ricordarlo poi tutto come se non fosse mai stato dimenticato.
Ma la Vita ha voluto che, per la prima volta, avessi l'opportunità di scegliere (e poi trapiantare) una pianta per qualcuno che era appena nato: mia figlia.
In questo caso l'albero ha un'importanza diversa: "Quando sarai babbo, allora dovrai scegliere molto bene la pianta per i tuoi figli. Una pianta che possa avere un forte significato, e che possa rappresentarli sempre."
Questa volta si trattava di un albero protettore della Vita.
Ma in quei giorni la mia testa andava a mille, ed il mio cuore ben più veloce...e lasciai trascorrere i primi giorni, e poi altri, e poi altri.
Pensavo e ripensavo alle parole di mio nonno.
Pensavo e ripensavo a quale pianta scegliere.
Doveva essere una pianta che le fungesse da augurio, da ricordo, e sopratutto da protezione.
Protezione...
In campagna la Magia è fusa nelle tradizioni, da sempre, e da sempre molte gesta sono dei veri e propri rituali.
Ecco che quella pianta doveva essere una "pianta magica", ma quale?
C'ho messo quasi quattro mesi, ed un pò me ne vergogno, ma poi ho scelto.
Conosco molte piante, e di queste spesso ne conosco significato ed potere magico.
Non sono un pazzo, ma sono solo un quasiquarantenne che ha ereditato parole e tradizioni, e che continua a tenere ben presente quanto abbia ereditato.
Ebbene, ragiona che ti ragiona, la mia scelta definitiva è poi stata la prima intuizione avuta in ospedale con mia figlia in braccio.
L'Agrifoglio.

L'agrifoglio è un arbusto tipico delle zone fresche, interne, spesso pedomontane o altocollinari.
E' una pianta che può crescere anche qualche metro in altezza, o allargarsi molto, ma comunque preferisce rimanere all'ombra, magari sotto le alte chiome di altri alberi, e svilupparsi (lentamente) in ampiezza.
E' una pianta che molte persone associano al Natale, e non a caso è per molti popoli europei la pianta associabile a Santa Claus, San Nicola, Papà Inverno e Babbo natale.
Una pianta che proprio nel periodo di fine dicembre, e quindi nel periodo natalizio, è generalmente accompagnata dalle sue caratteristiche bacche rosse, che tanto risaltano sul verde (o verde/bianco) delle sue foglie.
Le foglie poi, tanto arrotondate quanto appuntite, sono inconfondibili.
Una pianta che tutti conosciamo, ma che magari non tutti abbiamo la fortuna di poter vedere nascere spontanea nei boschi di fronte casa.
Io ho questa fortuna, ed anche se nel tempo gli agrifoglio sono sempre più rari, ne ho qualche pianta nel mio bosco, a tre minuti a piedi dall'uscio di casa mia.
Nonostante questo, ho deciso di comprarne una pianta in vivaio, proprio per non disturbare questa pianta che tanto amo ma che tanto pare essere sempre più introvabile in cattività.
Badate bene, ogni pianta che ho strappato al terreno, l'ho poi accuratamente trapiantata e debitamente curata, ed oggi è forte e sana: ma di lecci e querce qui ne ho a milioni, mentre di agrifoglio oramai solo 5 o 6 piante.
La decisione di acquistarla è stata semplice, mentre la riuscita di tale intento lo è stato meno.
Ho girato 6 vivai, in tre luoghi diversi (tra cui il capoluogo di provincia), e solo quando stavo iniziando ad arrendermi all'idea di non riuscire in questo, ne ho trovata una, bella, grande, robusta, con tante radici e tanto pane per lei.
Campeggia di fianco all'uscio di casa, ancora nel suo grande vaso, e lì resterà sin quando non deciderò dove metterla intorno alla casa.

Ma ecco perchè ho scelto l'Agrifoglio per mia figlia.
E' una pianta sempreverde, e questo le conferisce significato di LONGEVITA'.
...E da qui l'augurio che lei abbia una Vita Lunga.
E' una pianta che SCACCIA IL MALIGNO, proprio per la conformazione delle sue foglie con il margine spinoso.
...E da qui l'augurio che possa vivere una Vita nel bene, sempre.
E' una pianta che richiama all'AGGRESSIVITA', proprio perchè le sue foglie possono offendere, e non solo difendere.
...E da qui l'augurio che lei possa essere pronta, da brava leoncina quale è, a mordere la Vita nei momenti opportuni, senza aspettare di doversi difendere dopo aver ricevuto il colpo.
E' una pianta che richiama alla FORZA, proprio perchè come la maggior parte degli arbusti, concentra tutto il suo sviluppo aereo in spazi ristretti, e talvolta è intricata e resistente alle intemperie. ...E da qui l'augurio che lei sappia avere forza fisica, ma sopratutto forza morale, e che la possa accompagnare sempre nel Mondo che sarà.
E poi, è una pianta del territorio, AUTOCTONA, e quindi che ha tradizione nel tempo passato. 
...E da qui l'augurio che lei possa sempre ricordarsi da dove viene e che possa avere un senso di appartenenza verso la terra che l'ha accolta.
Ed infine, è appunto una PIANTA DEL NATALE, se non "LA" pianta del Natale (assieme al ginepro), che nella mia zona è, da secoli, simbolo delle festività pagane che seguono il solstizio d'inverno. Chi poteva, negli anni addietro, tagliava un ginepro e lo addobbava con fiocchi, candele, nastrini penzolanti. E così veniva festeggiato Il Ceppo (appunto la festa pagana associabile al Natale).
Ma i più poveri usavano mettere in casa un ramoscello di Agrifoglio, che col suo rosso benaugurale, portava comunque sorrisi e fortuna nelle case.
...E da qui l'augurio che lei possa sempre godere del Natale come Punto di passaggio tra il vecchio ed il nuovo, e che possa festeggiarlo con gioia proprio come il suo babbo le insegnerà a fare negli anni a venire.
L'Agrifoglio quindi, pianta magica che le ricorderà chi è, da dove viene, e che saprà proteggerla e riportala alla Festa ogni volta che lei vorrà.
Devo solo decidere dove trapiantarla, ma per adesso rimarrà proprio lì, ben accanto all'uscio del podere, a fungere da scudo, e ad annunciare il Natale.













martedì 5 dicembre 2017

Quel bisogno che ha anche l'Agricoltore Anacronistico

Parlare.
Parlare per poter stare in silenzio, per tacere tra le troppe parole.
Parlare per sentito dire, cavalcando un'eco senza tappe né meta.
Parlare senza sentire, sfuggendo il suono che fu proprio, già svanente nell'aria.
Parlare, convintamente ed ostinatamente, contro un muro che non ti sa ascoltare.
Parlare alla Terra, per poi sedersi senza risposta, e trovarne mille di lì a poco.
Parlare al vento, che ti schiaffeggia solo per poterti scansare, carico delle chissà quante parole altrui.
Parlare al camino, che fa luce tra la ragione ed il sonno, mentre la bocca rallenta.
Parlare nel pozzo, sfiorando il buio ovattato per ritrovarsi sul fondo più piccini, come a voler tornare indietro.
Parlare, per continuare a parlare a quell'albero che m'ascolta senza muover fronda.
Parlare a quel cane che, silente, non ha bisogno di voce per parlare a me.

Son tante le parole da dire.
Son tanti i modi di farlo.